Il curatore Gianni Nappa si presenta
curatore indipendente
Come critico ho scritto oltre 1000 recensioni ad altrettanti artisti, sempre attenenti le opere, mai l’artista. Una lettura poetica e sempre con l’arte nel sangue, sia per parerntela che per nascita e geni colorati. Come curatore indipendente ho creato e realizzato mostre, concorsi e per ultimo artperformingfestival. Ho collaborato con riviste e giornali, scrivendo oltre 120 articoli su Napoli e sugli artisti. Scrivo da oltre 30 anni un abecedario cronologico di tutte le opere pittoriche visibili a Napoli, con oltre 1700 artisti censiti. Ho scritto sceneggiature per cortometraggi, con cui ho vinto anche premi. Questa libertà di muovermi nell’arte in maniera indipendente, mi ha sempre spinto a guardare il bello e l’estetica nella complessità del fare arte, mai nel potere delle consorterie o delle lobby che gestiscono la proprietà di scelta di artisti e opere che vengono pagati con i soldi pubblici, bensì nella purezza dell’originalità, dell’attualità e di quella follia che porta a vedere oltre il proprio naso! Napoli è la mia splendida città, che io amo tanto da conoscerne la storia e i monumenti, i re e i moti popolari, un viaggio nelle viscere e un volo in collina, con la consapevolezza che come l’araba fenice, rinascesse dalle proprie ceneri ciclicamente per il piacere del mondo. Fare arte e occuparsi della dimensione di democraticità della stessa, spesso non trova gli appoggi istituzionali necessari per poter operare nel giusto valore delle progettualità. Chi ama e fa arte si fa carico dei sogni di una società ripiegata sulla complessità della globalizzazione e della finanza occidentale, che non ammette spinte verso la qualità. Esiste invece un mondo fatto di sperimentazioni che sul visivo offrono l’attualità della tecnologia, del sapere scentifico e della voglia di esistere per una missione di condivisione e modernizzazione del sentire comune. Una classe borghese oramai scomparsa, ha annullato il potere di scelta verso l’arte giovane, verso l’investimento contenuto, verso l’amore per il bello. Ma qual’è il bello se oggi vale più il cinismo della speculazione, se i codici di una filosofia oramai vetusta dell’estetica crociana, ha lasciato il passo giustamente al gusto attuale, abbiamo davanti fanciulli penzolanti col cappio, e fiumi di sangue rituale e non come riucerca di tutti, solo come grido di una società malata, che ovviamente esprime arte malata. Tutti dovrebbere avere accesso alla comprensione dell’arte, ma se si deve gestire il denaro, questo diventa l’estetica del nuovo piacere di una società non solo malata, ma vigliaccamente abbarbicata sullla difesa di una speculazione solo finanziaria. Io continuerò con le progettualità che sostengano la qualità estetica, l’impegno nelle questione sociali e non mi arrenderò mai alla protervia di arrivisti e parvenue dell’arte. Io l’arte la amo!!!
E con me Ester Esposito che dal 2016 con me si prodiga per far vivere e crescere artperformingfestival.
In questa foto nell’edizione 2017 con la madrina Barbara Petrillo e Roberta Gaeta allora Assessore alle politiche Sociali del Comune di Napoli