Nobili Ospiti, legni vari, elementi di recupero
Questo lavoro prende forma sulle sponde della Tripolitania (Libia) dove ho vissuto per circa otto anni, come dialogo. I legni che compongono l’opera sono resti di barconi trovati sulla costa libica (Tripoli). Da giorni giacevano umidi e sbiancati dalla salsedine e per giorni li ho osservati con curiosità e interesse fino ad sentire il desiderio di prendermene cura. L’immaginazione poi ha scavato lontano, ho cercato di guardare l’orizzonte con gli occhi di chi non aveva mai visto il mare e presa dallo stupore è cresciuta in me la voglia di raccontare il mediterraneo e il suo fascino: uomo, donna, figlio in un unico essere procreatore dell’umanità.
Uomo e Donna assisi ieratici su una sfera (ciclo eterno di morte e rinascita), noi, figli esiliati dall’Eden, partoriti nel sangue alla luce, uomini tesi nel continuo sforzo di rinascere migliori, sfidando la morte per assomigliare a Dio.
Il SOLE, percorre le vie del Cielo nel suo itinerario giornaliero, la LUNA, femminile è sorgente viva, riflette la luce che gli viene donata e contempla distaccata sospesa tra materia e spirito, Il suo distacco viene dalla conoscenza.
Essa è cerchio e spirale e protegge il mistero della sua eterna e continua rigenerazione. Gelosa del suo passato e dei suoi mille futuri.
Madre e figlia, un cerchio magico e potente che si distacca da tutto il resto.
Metafora femminile, in essa sono racchiuse le forze, le contraddizioni e rappresenta la potenza procreatrice del corpo femminile e dei “ritmi biologici, astro che cresce, decresce, scompare, riappare, Sposa del Sole.
Il Sole e la Luna ci appaiono come due forze contrarie in realtà tendono entrambe a far sì che l’uno riesca a concepire e concretizzare la parte migliore e più nascosta di se stesso. (Adamo ed Eva – Iside ed Osiride), siedono su una sfera composta da cerchi che si intersecano.
Nel mio lavoro si percepisce un’influenza medio orientale e africana, culture che si fondono e si confondono e che hanno lasciato in me un’impronta indelebile.
l’oggetto pur avendo subito una trasformazione risulta un’invenzione creativa e realistica come se fosse la continua ripetizione di un percorso. L’immaginazione freme e si mescola.
Questa installazione poi, è composta dal numero tre, simbolo della conciliazione per il suo valore unificante. La sua espressione geometrica è il triangolo. Tre è il primo numero di armonia, soluzione del conflitto dualistico, ed è per questo considerato un numero perfetto