Inaugurazione 24 giugno

artperformingfestival presenta

experimental rooms a cura di Gianni Nappa

Palazzo Di Lorenzo, Via Mory 1, Galatina (LE).
24 giugno – 10 luglio 2018
https://www.facebook.com/pages/Palazzo-Di-Lorenzo/814370778623641

La sperimentazione visiva dalla fotografia, alla performance, la body-art, l’assemblage, la video art, l’happening, la land art sono dalla seconda metà del XX secolo una nuova determinazione dell’arte visiva. Nel nuovo scenario delle arti contemporanee le ultime tendenze digitali si stanno introducendo in un nuovo territorio dell’arte; aprendo nuove opportunità di fruizione e di consumo (dalle arti digitali alla fotografia digitale, dalla musica agli audiovisivi) . E’ in continuo superamento dell’arte contemporanea , e dal concettuale alla Op art dal 1965 ad oggi i territori della sperimentazione sono passati dal visuale e percettivo, alle opportunità digitali e di video art, dove l’interazione tra il “soggetto” e l’opera stessa sono in antitesi con l’”oggetto” dell’arte concreta, ma allo stesso tempo sono la successione della memoria critica.

Questa mostra presenta la semantica, che dalla sintassi ne formula un indice raggiungibile attraverso gli strumenti dell’attuale sistema. Quando Joseph Beuys disse: “non sono contro la scienza, ma contro la distinzione tra Arte e Scienza. Ho scritto una partitura in cui affermo che arte è uguale a uomo che è uguale a creatività che è uguale a scienza.” La rivoluzione quindi, di artisti che prendono coscienza della forza dell’arte, intesa appunto come creatività.

Artisti rivoluzionari che nel visivo tracciano l’unione tra scienza e arte. Exerimental rooms è un ipotesi di cammino verso la traccia semiotica e un passo deciso verso il futuro. L’uomo ha la sua possibilità nella libertà creativa, e quindi l’artista è l’artefice della rivoluzione.

pagina degli artisti:

Renata Petti e Rino Petrozziello / Franco G. Livera / Iolanda Di Bonaventura / Gianni Colombo / Carmen Carriero / Enrico De Maio / Pantaleo Musarò / Ivana Galli

video performance “Il mio Viaggio”.
Viaggio tra simbolico, immaginario e reale… quale viaggio?
“Il motivo del viaggio, su cui si era modellata gran parte della narrativa antica, nel romanzo di Petronio assume la forma di un affannoso vagare labirintico. In chiave simbolica, il motivo del labirinto definisce lo stato di precarietà e di incertezza dei personaggi.
Un viaggio che nella dimensione materiale vede il corpo nudo come purezza e primo “vestito”, di cui abbiamo conoscenza. Musarò traccia il proprio percorso, attraverso tre ambienti/stanze, le cui porte rimandano alle stagioni della vita, che l’uomo e l’artista
affrontano spurandosi dalla contaminazione del costume e come in Petronio dalla nascita alla morte il corpo è nella condizione di ricominciare sempre dal punto di partenza. Un nuovo nascere è il superamento delle condizioni di precarietà e di incertezze nel labirinto della vita”.
Una allegoria della vita dell’uomo, è l’interpretazione che fa Elisabetta Zurigo nella sua Sinossi: “L’uomo è smarrito, solo, brancola nel buio mosso dalla necessità e dall’urgenza di trovare se stesso. Attraversa le stanze della vita, liberandosi di tutti quegli orpelli che lo trattengono da se stesso, si spoglia di ogni pensiero, pregiudizio, etichetta che fino a quel momento ha dovuto indossare,
rivolgendo alla nudità l’appello della sua libertà, che è la libertà dell’uomo di essere chi è, ma solo dopo aver trovato il coraggio di varcare quelle soglie che lo ostacolano, per convenzione, pudore, fede, per scoprire che l’unica fede è proprio quella della propria
identità interiore. La poetica del viaggio si fonda sul sentimento, è centrata sul soggetto e non sull’oggetto. I paesaggi, le persone, le
epoche della vita sono descritti a lume di sogno, rispecchiando gli stati d’animo dell’uomo, viaggiatore dell’anima, nel varcare le
soglie e nell’attraversare le stanze, in quella visione labirintica che lo stato d’animo restituisce”.